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Sottobosco di primavera

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Dopo la pioggia è bello cercare piccoli tesori nel bosco umido: ci attende un mondo di odori particolari, canti di uccelli, scricchiolii delle foglie secche sul sentiero e la sensazione di morbido del passo sui primi ciuffi d'erba. Nel tappeto bianco di anemoni spiccano qua e là alcuni ranuncoli gialli dalle foglie cuoriformi ( Ranunculus ficaria L.) indicatori delle zone più umide.   Sul bordo del sentiero, come sentinelle, alcune piantine di alliaria comune ( Alliaria petiolata (M. Bieb) Cavara & Grande) si ergono elegantemente mostrando i loro racemi bianchi. Il nome di questa pianta deriva dal fatto che i suoi fiori e le foglie stropicciate profumano di aglio.     Aguzzando la vista, dove pare esserci solo un tappeto di foglie verdi, ecco delle stelle blu: la pervinca minore ai piedi di un castagno si è diramata per qualche decimetro quadrato di superficie creando un piacevole gioco di colori con i suoi fiori che occhieggiano tra le varie tonalità di verde delle foglie e

Mikiola fagi nell'Oasi Zegna

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I faggi della Val Sessera (Biella) sono messi a dura prova dal gran caldo e dalla siccità di questi mesi.  Sembra inoltre che quest'anno il suo parassita cinipide  Mikiola fagi   Hartig sia in un momento ciclico di grande espansione: ho avuto modo di vedere tantissime galle , generate dalla femmina di questo insetto sulle foglie dei faggi, in località Monte Massaro nell'area dell'Oasi Zegna ad inizio agosto. Galle di  Mikiola fagi  Hartig in avanzato stadio di sviluppo   Galle di diversa età di Mikiola fagi Hartig su foglia di faggio giovane Le piante colpite sono sia adulte che giovani piantine, in un bosco gestito e curato dalla forestazione regionale, prossimo ai rododendri montani e alla brughiera e ai pascoli. Faggeta del monte Massaro e panorama su pascoli La faggeta è gestita dalla forestazione regionale Per saperne di più, vi invito a leggere: 👉 il post sui cinipidi , dove troverete notizie dettagliate sulla vita della   Mikiola  e  👉 il post  sul faggio .

Fauna selvatica e foreste: l'azione degli ungulati

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Durante il loro ciclo vitale ed in alcune stagioni in modo particolare, i grossi ungulati (cervidi, camoscio e muflone), i cinghiali e le lepri utilizzano le specie vegetali cespugliose ed arboree a scopo alimentare e non solo.  L'uomo però è interessato ad alcune specie arboree   quali alberi da frutto o impianti di rimboschimento, dove la presenza di selvatici può contrastare lo sviluppo delle piante tanto da danneggiarne la coltivazione. E' utile quindi conoscere perché, come e quando i selvatici rivolgono la loro attenzione alle piante d'alto fusto,  per prevenire i danni sulle coltivazioni arboree. L'argomento è molto vasto e vorrei per ora soffermarmi sull'azione degli  ungulati , ovvero cervidi, camosci e muflone.  La loro azione sulle specie forestali si può schematizzare in tre punti: pascolamento : è l'asportazione a scopo alimentare delle gemme, delle foglie e dei germogli, compresi i semi o le plantule che possono essere strappati o recisi. sfregam

Pulsatilla alpina (L.) Delarbre

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Iniziamo il nuovo anno con un piccolo fiore alpino campione di resistenza al rigore del clima di alta montagna, elegante e bellissimo nella sua semplicità: la Pulsatilla alpina (L.) Delarbre Famiglia: Ranunculaceae Specie con rizoma legnoso circondato da squame nerastre, alta 15-40 cm, con fusto eretto semplice, alla base scuro e con villi lanosi bianchi , in alto finemente pubescente. Foglie basali pennatosette; foglie cauline verticillate e picciolate con picciolo corto e largo, libere alla base. Fiore unico, bianco (sovente un po’ violaceo all’estremità), dal diametro di 4-6 cm e su peduncolo di 5-6 cm. Petali poco pubescenti, precocemente caduchi. Frutto: achenio con coda piumosa. Fiorisce tra maggio e agosto. Predilige le foreste rade, i pascoli e le roccere della fascia subalpina e alpina su suoli calcarei. Areale: Sudeuropea montana. Esiste inoltre la sottospecie a fiori gialli : Pulsatilla alpina apiifolia (Scop.) Nyman. La Pulsatilla alpina appartiene all'ass

Campanula del Moncenisio

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La bella e introvabile Campanula del Moncenisio è nota ai botanici come Campanula cenisia L. Endemica delle Alpi Occidentali (Piemonte e Lombardia), secondo le ricerche del Prof. Sandro Pignatti è rara dal Canton Ticino alla Val Maira; rarissima nel Bormiese. Ho avuto la fortuna di incontrarla e fotografarla in Val Troncea … Ecco la sua carta di identità. Pianta erbacea perenne, con rizoma ingrossato. La sua altezza va dai 2-3 cm agli 8-10 cm; il fusto, esile, ha portamento prima prostrato poi ascendente. Le foglie sono sessili, intere, quelle inferiori di forma obovata e spatolate, quelle superiori ovate. La pianta ha un fiore unico terminale e numerosi getti sterili. Il calice del fiore è ispido e verde, di 5-7 mm di lunghezza, a denti lineari. La corolla è azzurra , lunga 10-15 mm, incisa sin quasi alla metà in lobi lanceolati ed a punta ben pronunciata. Gli stami hanno il filamento espanso, a forma di cuneo. Il frutto è una capsula ovoide. La fioritura

Buone vacanze!

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Agosto molto caldo per questo 2018... Un momento di riposo all'ombra è ben gradito, magari osservando la vita intorno a noi: Buone vacanze a tutti gli amici di "Zibaldone di una Naturalista"!

Il cervo volante (Lucanus cervus L.)

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Un gigante tra gli insetti dei boschi europei, il cervo volante , Lucanus cervus L. , appartiene all’ordine dei Coleotteri, superfamiglia Scarabaeoidea , famiglia Lucanidae. Avvistarlo è piuttosto difficile, perchè è diventato molto raro. Nel secolo scorso era ancora abbastanza diffuso: mio padre mi raccontava che, da bambino, lo vedeva spesso volare vicino ai boschi di faggio in Valle Cervo (Biella). Ho avuto il privilegio di osservarlo solo due settimane fa, nel giardino: un bel maschio ha purtroppo finito la sua vita ai piedi del mio acero rosso! Mio marito lo ha subito fotografato col cellulare: Io sono riuscita a fotografarlo solo due giorni dopo: per la decomposizione il colore dell’insetto si è alterato. E’ un grosso maschio lungo 8 cm. Si distingue dalla femmina per le mandibole sviluppate così tanto da sembrare il palco di un cervo!   Questi coleotteri sono innocui per l’uomo, il maschio non riesce quasi a muovere le mandibole a causa della loro dimensione sproposit